Lalla Romano
L'ospite
1973
I
La notte lo potevo guardare dall’orlo del mio letto, affondato nel suo dalle sponde altissime: il capo rotondo piumoso rilevato di profilo, il suo profilo così tenue, i piccoli pugni ai lati, e il resto come una enorme chiocciola, sollevato sui ginocchi piegati sotto, avvolto nel vecchio scialle.
Intorno era il mio solito mondo non più mio. Le pile frananti, le torri pendenti dei libri, dei fogli; l’instabile proliferazione delle immagini appuntate dappertutto su muri e scaffali, con chiodi, con spilli, con puntine da disegno.
Non potevo più né leggere, né scrivere, né, di notte, dormire.
Lui ...